Descrizione
Il territorio di Tula, ricco di paesaggi di affascinante bellezza, conserva ancora le tracce di un passato millenario. Morfologicamente vario, si prestava sia per uso agricolo sia per uso difensivo. Inoltre la devozione ad ataviche divinità legate alla natura trovava in alcuni luoghi un habitat ideale.
Alla periferia ovest del paese prendere la SP 159 di Castro, che collega Tula con Oschiri. Dopo un chilometro svoltare a sinistra. Un cartello indica la direzione per Sa Mandra Manna, località a 800 metri di distanza in cui sorge l’omonimo sito archeologico.
In posizione leggermente elevata si trova una muraglia megalitica, risalente all’ultimo periodo del neolitico (2700-2200 a.C.). È costituita da un doppio paramento di blocchi poliedrici e ha tre varchi, uno dei quali comunica con il nuraghe racchiuso al suo interno. Ciò che resta fa pensare a una struttura di grandi dimensioni.
Nell’area sono presenti anche due menhir rovesciati e una tomba dei giganti, lunga 18,25 metri e larga 6 metri, che contiene un’ampia camera rettangolare. Accanto alla costruzione funeraria si svolgevano, probabilmente, riti propiziatori per la salute e per la fertilità.
Alla muraglia si appoggia un dolmen. Tutt’intorno sono sparsi massi di varia grandezza, testimonianza certa dell’esistenza nella zona di un vero e proprio villaggio.
Una volta tornati sulla SP 159 proseguire verso Oschiri. A poco più di un chilometro, sulla destra, è visibile una piccola parte del Nuraghe Sa Pigalva, in origine uno dei più imponenti della zona. Qui una sorgente, che ha superato quasi indenne la prova del tempo, mostra il suo fascino antico.
Rientrando in paese e girando a destra per la SP 2, che porta a Erula, dopo tre chilometri si può ammirare il Lago Coghinas. Creato tra il 1927 e il 1929 per soddisfare il fabbisogno energetico del territorio, è il secondo della Sardegna per estensione, preceduto solo dall’Omodeo. La Centrale Idroelettrica è stata la prima in Italia a essere realizzata in caverna.
Le acque del Coghinas nascondono le mura della Chiesa di San Pietro, edificata dagli abitanti del vicino villaggio di Ossuna, o Ozana, di cui oggi non rimane traccia.
Si gode di un panorama incantevole anche percorrendo la Circumlacuale. Per raggiungerla continuare sulla SP 2 per seicento metri e svoltare a destra. Stretta, ma dotata di numerose aree di sosta e protetta da un grazioso muretto a secco, la stradina si snoda per oltre tre chilometri attraverso una fitta e suggestiva vegetazione.
Si consiglia anche una visita notturna. Riflesso sulle acque del Coghinas, si potrà ammirare un impareggiabile gioco di luci e di colori.
Proseguendo sulla Provinciale, verso Erula, dopo 6 chilometri si arriva a Sa Sia, una frazione che sorge ai piedi dell’omonimo monte, estendendosi lungo la SP 2 e lungo le Strade Comunali Serra Niedda e Pedra Bianca. In prossimità del bivio per queste ultime, indicate da appositi cartelli, c’è la Chiesa di San Pietro, costruita nel 1929 per ricordare quella sommersa dalle acque del Coghinas.
La Strada Comunale Serra Niedda offre, per tutti i suoi cinque chilometri, la visione di un panorama mozzafiato. Domina il Monte Acuto, il Lago Coghinas, la vallata di Chilivani e una serie di paesi: Tula, Ozieri, Nughedu San Nicolò, Mores, Ittireddu, Oschiri, parte di Pattada e parte di Berchidda. Inoltre è sovrastata dal Monte Limbara. All’altezza del quarto chilometro, imboccando a piedi alcuni sentieri, è possibile osservare la diga del Coghinas.
Dalla Strada Comunale Pedra Bianca, dopo due chilometri, girando a destra si entra nelle proprietà demaniali dell’Ente Foreste Coghinas. Un viottolo poco agevole e percorribile solo da esperti porta a Sa Serra di Bolonga, sull’Altopiano di Su Sassu. Durante il tragitto, nascoste dalla boscaglia, si incontrano la Fonte Sa Toa e la Fonte Sa Tria Niedda. Andando avanti per qualche chilometro si arriva nella sede e nell’Area Picnic dell’Ente Foreste, in cui è ubicato uno dei tre punti di accesso libero e gratuito al sistema Wi-Fi del Comune di Tula. Lo stesso sito può essere raggiunto con facilità tramite la cosiddetta Strada del Vento, che unisce il centro abitato di Tula a quello di Erula. A poco più di cento metri c’è la Fonte Su Castenalzu. Continuando ancora per 50 metri e svoltando a destra ci si addentra nelle pinete che conducono al Monte Castedduzzu, posto a 700 metri di altezza. Svoltando a sinistra si può vedere la Centrale Eolica “Sa Turrina Manna”. Gli aerogeneratori dell’omonimo parco, gestito da ENEL Green Power, svettano lungo tutto il percorso.
Procedendo per altri trecento metri e girando a destra ci si imbatte nella statua della Madonna del Monte, a Sa Ruinosa. La località prende il nome dalle caratteristiche organolettiche di un’acqua sorgiva, ricca di ferro.
Proseguendo si giunge a Erula. Tornando indietro, se si va verso destra, dopo otto chilometri si arriva a Tula.