Itinerario Urbano

Itinerario urbano di Tula

itinerario urbano

Descrizione

Nella periferia ovest sorge la Chiesa di Nostra Signora di Coros, edificata in stile romanico-lombardo nell’XI secolo e menzionata per la prima volta in una bolla pontificia del 1176, che affida Santa Maria di Tula ai monaci vallombrosani.

Restaurata negli anni Ottanta del Novecento, purtroppo esternamente ha perso in parte il suo aspetto originario. Al suo interno conserva un prezioso retablo del 1577 e una statua lignea impossibile da datare, ma certamente molto antica.

Nelle immediate vicinanze, dove ora si trova il cimitero, un tempo era presente un’altra chiesa, dedicata a Sant’Antonio di Padova. Nei registri parrocchiali ne è documentata l’esistenza fino al 1870.

Un viale porta in corso Repubblica. Qui il Parco Comunale regala piacevoli momenti di relax e ospita diverse strutture: l’Anfiteatro, la Biblioteca Multimediale, l’ExLu, l’Auditorium e la Casa Alloggio “Giovanni Paolo II”. Dall’altra parte della strada c’è la Casa Comunale.

Procedendo lungo il corso si arriva in via Rino Canalis, dove dal 1959 fa bella mostra di sé una statua della Madonna. Continuando, sulla destra, nella stessa strada si incontra S’Ammassu (l’ex Monte Granatico), costruito in epoca fascista, dove è in fase di realizzazione il Museo della Memoria e del Paesaggio.

Se si imbocca la vicina via San Giuseppe si va alla Collina di Sa Cuccura. Da qui, fino al 1600, la chiesa del santo protettore degli artigiani e dei poveri dominava il centro abitato.

Proseguendo in via Rino Canalis, invece, si giunge al centro del paese. Da piazza IV Novembre, in cui spicca il Monumento ai Caduti in Guerra, ci si può muovere in diverse direzioni.

Ci si può immettere, per esempio, in via Giovanni Maria Angioy e dopo aver svoltato a sinistra in via Cesare Battisti e da questa a destra in via Sant’Elena si può ammirare l’omonima chiesa. Caratterizzata da una sapiente combinazione di stili, che vede prevalere il neoromanico e il neogotico, è stata edificata nel 1898 dopo la demolizione della vecchia parrocchia, risalente al 1500. La facciata, che colpisce per la maestosità, ha due nicchie laterali: una contiene la statua di San Pietro e l’altra di San Paolo. Un’importante gradinata le conferisce un ulteriore fascino. L’interno, diviso in tre navate e arricchito da interessanti particolari, conferma la grandiosità esterna.

Nell’adiacente via Principe di Piemonte c’è la casa natale di Salvatore (Rino) Canalis, martire delle Fosse Ardeatine. Sulla parete principale una lastra marmorea ne ricorda il sacrificio.

Poi attraversando via e piazza Vittorio Emanuele (Mesu Idda) e percorrendo via Regina Elena, via Arborea e via Trieste si raggiunge via Santa Croce, che prende il nome da una chiesa del 1700. Del vecchio edificio oggi rimane solo la cappella principale perché negli anni Quaranta del secolo scorso il resto fu donato dal vescovo a un comitato che intendeva fondare un asilo. La scuola, che sarebbe nata di lì a poco, esiste tuttora.

La Cappella di Santa Croce custodisce un prezioso crocifisso ligneo, forse del 1600, che secondo la tradizione proverrebbe da Codrongianos, centro a pochi minuti da Sassari.

Ultimo aggiornamento: 12/03/2024, 16:20

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